Con questo ciclo di lavori, l’artista sottolinea come alcuni elementi vegetali a conclusione del loro ciclo vitale, evochino attraverso le forme assunte il loro trascorso, acquisendo un’aura che li rende eterni, passando da un intenso ma breve periodo di vita, a una staticità perenne. La percezione che si ha di questi elementi una volta esaurita la loro energia vitale, è che continuino a vivere di un’energia evocativa, fissata dal momento della loro morte. Secondo l’artista le torsioni che questi elementi assumono, sono un rimandano ad una plasticità antropomorfa; tuttavia, i vegetali non sono considerati esseri umani, ma semplicemente esseri viventi. Come in “senza ragione”, l’artista intende sottolineare come la ragione delle specie viventi è associabile non ad una forma di intelligenza intesa come raziocinio, ma ad un’intelligenza stratificata, che si manifesta attraverso l’evoluzione della specie.
With this series of works the artist emphasizes how some plants, at the end of their life cycle, evoke through their forms their spending, acquiring an aura that makes them eternal. The perception that we have of these elements, once exhausted of their life energy, is that they continue to live in an evocative energy set by the time of their death. According to the artist the twists that take these elements recall an anthropomorphic plasticity; however, plants are not considered human beings, but simply living. As in “senza ragione “, the artist wants to emphasize that the reason of living species is not associated to a form of intelligence, understood as reasoning, but to a stratified intelligence, which manifests itself through the evolution of the species.