Attraverso una serie di installazioni, fotografie e video, l’esposizione intende riflettere sia sull’aspetto inutile di un oggetto, che a prima vista può risultare appunto frivolo – come recita il titolo – sia sul significato di “volo libero” espresso nel progetto in mostra Colombaia. Colombaia è un work in progress concepito per mettere in comunicazione due spazi, uno fisso e uno mobile, e in quest’occasione collegati coinvolgendo dei colombi viaggiatori. Il progetto ha origine nel 2010 per la Galleria Civica d’Arte Contemporanea Montevergini di Siracusa, capoluogo che vanta il primato a livello nazionale per numero di associazioni colombofile. Contrariamente all’immaginario collettivo che vede il colombo come una piaga sociale da estirpare con diversi stratagemmi di dissuasione, esso ha invece una lunga storia e letteratura. Dai Sumeri sino alla Prima guerra mondiale, il colombo è infatti rappresentativo del modo di comunicare per via aerea, rivelandosi di importanza vitale in situazioni d’emergenza dove la comunicazione via terra risultava compromessa e poco sicura. Utilizzando questi volatili come strumento per restare in contatto tra località diverse (provocazione al mondo della comunicazione, ormai sempre più rapido e distante in quanto a relazioni intersoggettive), Filippo Leonardi intende riflettere sulla necessità culturale, propriamente umana, di classificare in categorie. Si tratta dei cosiddetti luoghi comuni, dei pregiudizi che, una volta assimilati, muovono sentimenti ambigui di accettazione o repulsione. In Colombaia l’artista sottolinea come il volatile sia contemporaneamente amato e disprezzato: tanto infatti osannato dai colombofili quanto odiato dagli abitanti nelle città. Nello spazio principale della galleria è esposta Colombaia mobile, installazione che ospita due colombi pronti al volo durante il giorno dell’inaugurazione e diretti verso la colombaia madre in cui sono nati, cresciuti e allevati. La scultura è il prototipo in miniatura di una colombaia utilizzata dagli allevatori e riprodotta con tutti i suoi comfort e standard ergonomici di abitabilità. Secondo un’idea di design, inoltre, in mostra anche la serie Posatoi e Dissuasori. Si tratta di oggetti-sculture apparentemente surreali ma funzionanti, per certi versi di ispirazione minimalista, che con l’aggiunta di elementi stranianti mettono in discussione il loro reale utilizzo, rendendoli tanto funzionali quanto scomodi. Questo tipo di intervento coincide con il sovvertimento dell’ordinario, il perturbamento di un qualcosa dato per assodato tipico delle opere di Leonardi. Anche se con sovversione l’artista non intende l’accezione rivoluzionaria o militante del termine, quanto invece una sorta di disvelamento di ciò che è normalmente nascosto, o che non si rivela immediatamente allo sguardo comune. In mostra è presente inoltre Colombigrammi, serie di collage digitali in cui l’artista unisce dati storici relativi alla specie analizzata; immagini e scritti di anatomia comparata che rimandano a tavole scientifiche; frasi tratte dalla letteratura e aforismi contenuti nella genesi biblica che ripercorrono, da una prospettiva umana, l’evoluzione e la storia del colombo. Aprendosi a diversi ambiti disciplinari, poiché sotto la regia dell’artista sono coinvolti ornitologi, allevatori, studenti in Architettura, galleristi e curatori, Colombaia si completa infine di una serie fotografica e di un video. Non si tratta di materiali documentativi inerenti le diverse fasi di realizzazione del progetto, ma di nuove narrazioni sul viaggio intrapreso dai colombi, metafore dell’andata e del ritorno.